La Direttiva Europea Corporate Sustainability Reporting Directive disciplina l’obbligo per alcune imprese di comunicare le informazioni non finanziarie tramite la redazione di un Bilancio di sostenibilità.
CSRD e Bilancio di Sostenibilità
L’importanza degli approcci adottati dalle imprese per la gestione delle variabili ESG è divenuta sempre più fondamentale per la loro sopravvivenza. E questo sia per le regolamentazioni sempre più stringenti imposte dai policy makers, sia perché tutti i principali stakeholders basano le loro decisioni, oltre che sui fattori economici, in misura rilevante su tali variabili.
La transizione verso l’attività sostenibile è diventata un imperativo strategico che va oltre la semplice compliance, e l’esistenza futura della società dipende sempre di più dal driver della sostenibilità presente nelle decisioni strategiche, nelle attività operative, nelle catene del valore e nella cultura aziendale. Si stima un passaggio dalle attuali 200 imprese con l’obbligo di rendicontazione a circa 5 mila organizzazioni. In Europa, invece, oggi sono circa 11.600 le imprese quotate per le quali vige l’obbligo di redigere il Bilancio di Sostenibilità.
Con la normativa CSRD dovranno adeguarsi tutte le grandi aziende, chiamate a dare indicazioni sui loro valori e sulla loro visione del rapporto con società e ambiente.
La rendicontazione avrà revisione obbligatoria e dovrà attenersi ai regolamenti sulla Tassonomia UE riguardante le attività sostenibili. In più le aziende dovranno tenere conto di standard uguali per tutti nella redazione dei report. GRI, (gli Standard GRI per il bilancio di sostenibilità rappresentano una pratica di reportistica per gli impatti economici, sociali e ambientali dell’impresa) SASB, ma in special modo gli ESRS di EFRAG sono gli standard da utilizzare per una rendicontazione di sostenibilità.
Le regole per il Bilancio di Sostenibilità
Le imprese obbligate alla redazione del Bilancio di Sostenibilità dovranno inserire specifiche informazioni nella relazione sulla gestione delle attività. Il documento dovrà descrivere il modello e la strategia aziendale dell’organizzazione indicando i rischi e le opportunità legati alle questioni di sostenibilità.
Il report dovrà contenere una descrizione degli obiettivi connessi alla sostenibilità e riportare i progressi compiuti nella loro realizzazione. Anche le politiche dovranno essere descritte in modo esaustivo al pari delle procedure di diligenza applicate in termini di impatto dell’operato aziendale sul territorio, ambiente e società.
Quali sono le aziende coinvolte
La Direttiva CSRD estende l’obbligo di redigere il Bilancio di Sostenibilità a tutte le grandi imprese, quotate e non quotate, che superano uno dei tre limiti ossia un numero superiore a 250 dipendenti, uno stato patrimoniale non inferiore a 20 milioni all’anno e ricavi netti per un minimo di 40 milioni di euro. Sono escluse le microimprese mentre rientrano nell’obbligo le PMI quotate.
Per le imprese e figlie di succursali con capogruppo extra-UE i limiti da considerare sono i ricavi netti superiori a 150 milioni per ognuno degli ultimi due esercizi consecutivi. In più dovranno avere un’impresa figlia con i requisiti dimensionali della direttiva CSRD e una succursale con ricavi netti oltre i 40 milioni nell’esercizio precedente.
Best Practices per migliorare la Governance dell’impresa ai fini ESG.
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