La Blockchain nel settore del Public Procurement

Public Procurement

È noto che una delle principali criticità che interessa il settore del Public Procurement è il rischio della corruzione che può lambire le varie fasi che scandiscono l’iter di evidenza pubblica, a partire dai meccanismi di concorrenza tra le imprese, spesso ostacolati dal condizionamento malavitoso che limita l’accesso alle gare di aziende sane.

Per ovviare a tale problematica sono state potenziate le prassi su trasparenza ed incompatibilità afferenti al Codice degli Appalti e relativamente ad esso è stata promulgata la Legge 13/2010 n.136 del Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia, ulteriore regolamentazione per tracciare la filiera delle transazioni economiche relative agli appalti autorizzati.

Minaccia corruzione

Tuttavia la minaccia d’infiltrazione mafiosa resta alta, ancor più con le recenti semplificazioni delle procedure approvate dal Dl Recovery che prevedono un aumento della soglia di subappalto fino al 50%.

Vista la recente impennata dello sviluppo digitale, ci si interroga sull’opportunità che questo può offrire nel contrasto alla corruzione. Sebbene la corruttela cambia continuamente forma, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato, l’implementazione della tecnologia nel processo di erogazione ad esempio di un servizio pubblico, può prevenire alcuni tipi di attività corruttive a favore di una maggiore trasparenza.

E-Government

I dati del report sull’e-government delle Nazioni Unite, E-Government Survey 2020-Digital Government the decade of Action for Sustainable Development confermano il ruolo positivo dell’e-government nella lotta alla corruzione.

La ricerca indica che le infrastrutture orientate alle nuove tecnologie, unitamente alla qualità dei servizi online, hanno un significativo impatto positivo sulle attività di lotta alla corruzione nei settori strategici come quello degli appalti pubblici, in particolare aumentando l’accesso alle informazioni e alla trasparenza di queste.

Di recente si discorre sul potenziale della blockchain e sull’ampia gamma di possibilità d’implementazione nel mondo della governance e del business, nonché nei pubblici servizi.

Blockchain, di cosa si parla esattamente?

La blockchain è un sistema di registri peer-to-peer puramente distribuito che utilizza un’unità software, il cui algoritmo negozia il contenuto informativo di blocchi di dati ordinati e connessi insieme da tecnologie crittografiche e di sicurezza, al fine di raggiungere e mantenerne l’integrità. I principali campi di applicazione interessano il trasferimento di denaro e servizi finanziari, i registri immobiliari, contratti, accordi e conferma d’identità.
Equivale in un certo senso ad un libro mastro distribuito che può registrare, archiviare e consentire l’accesso alla transazione digitale senza un’autorità centrale, nel quale tutti i partecipanti della rete mantengono una copia del ledger principale sul proprio dispositivo.

La blockchain può essere classificata in base ai permessi di accesso ad essa, vi è la pubblica, privata o permissioned, le ultime due varianti sono dotate di un’autorità centrale per regolare i permessi di accesso e distribuzione dei record. Ogni nuovo record in blockchain è connesso al record precedente con metodi crittografici, pertanto sono ritenuti incontestabili. Con l’assenza di intermediari, la caratteristica d’immutabilità ed un modello di consenso distribuito, la tecnologica permette di instaurare un sistema affidabile e ripartito tra i diversi nodi, impedendo ogni tentativo di manomettere i dati in essa contenuti. La modifica di un singolo blocco comporterebbe l’alterazione di tutti quelli successivi.

Si prefigge pertanto, come obiettivo, quello di annullare l’eventualità di retrodatare o anticipare i contenuti digitali in modo da comprometterne l’autenticità.

Se da un lato può essere considerata un punto di forza per fornire maggiore trasparenza nelle transazioni finanziarie, disintermediazione nella catena di approvvigionamento, responsabilità immutabile, dall’altro non può essere considerata una soluzione per tutti i meccanismi anticorruzione, un’intesa basata sulla blockchain non è in grado di ridurre il rischio di corruzione in alcune attività umane che possono verificarsi al di fuori del sistema di appalto elettronico, in particolare sulla corruzione o sulla collusione tra venditori o tra venditori e offerenti.

Nella forma attuale, la maggior parte dei servizi sono comunità auto-organizzate che funzionano senza o con poca regolamentazione, così come la sua natura trans-frontaliera ne rende difficile la regolamentazione.

L’Italia?

L’Italia, si propone di rafforzare la propria leadership- a livello europeo e globale- favorendo lo sviluppo di regolamentazioni che rendano possibile l’adozione di tali nuove applicazione da parte delle imprese, della pubblica amministrazione e dei cittadini.

Il Ministero dello Sviluppo Economico a tale proposito ha selezionato un gruppo di trenta esperti chiamati ad identificare i possibili sviluppi e le conseguenti ricadute socio-economiche derivanti dall’introduzione di soluzioni basate su queste tecnologie.
Le “Proposte per una strategia italiana in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain” recano le linee guida da seguire per permettere lo sviluppo e la diffusione di questa tecnologia, con un paragrafo dedicato interamente ai processi di E-Procurement su Blockchain sia per digitalizzare e dunque semplificare la verifica di requisiti di partecipazione ad una gara d’appalto, tramite smart-contract e verifiable credentials, sia per aumentare la trasparenza ed attendibilità delle procedure.
Anche l’applicazione del concetto di crono-marcatura temporale (o timestamping) potrebbe incrementare il grado di chiarezza e verificabilità delle procedure.

Tra i numerosi settori verso i quali indirizzare le sperimentazioni vi è anche la tutela del Made in Italy mediante la creazione di un sistema di tracciabilità e comunicazione trasparente finalizzato a contrastare la contraffazione nei diversi settori produttivi e a tutelarne la proprietà industriale.